Ho 32 anni, sono nata a Milano, due giorni prima di Natale dell’anno 1981, il mio umore varia a seconda della Luna, e il mio talento, non ho dubbi, è scritto nelle stelle. Chi poteva immaginare che sarei nata nello stesso decennio dell’International GrandPrix Advertising Strategy (GrandPrix per la migliore strategia di marca)? Solo 8 anni dopo la mia nascita, al Piccolo Teatro di Milano, Arexons vince la prima edizione di questo storico e prestigioso riconoscimento nel mondo della comunicazione. E sono soddisfazioni se penso che Arexons dieci anni dopo è stato proprio uno dei miei primi clienti.
Dal 1989 al 2014, nel corso delle 27 edizioni (considerando anche quelle sperimentali) il GrandPrix è diventato il palcoscenico per l’eccellenza italiana.
Non solo nel campo della pubblicità e della comunicazione, ma anche nel mondo della cultura, delle istituzioni e dello spettacolo. L’unico appuntamento annuale che accende i riflettori sul settore della comunicazione quale elemento d’importanza economico-culturale centrale per la città di Milano insieme alla moda e al design. È considerato oggi l’evento per eccellenza in Italia dedicato ai brand e alle strategie di comunicazione e marketing.
Chi è il suo Willy Wonka, il suo brillante ideatore?
Non uno, bensì due, e forse anche di più. Fra tutti: Lillo Perri, il suo fondatore, editore di Pubblicità Italia fino al 2000, massimo esperto di comunicazione e Pietro L. Caccini, managing consultant, oggi “passionate gardener“. Già ai suoi esordi, nel 1989, il GrandPrix ha avuto un’unica filosofia: enfatizzare il marketing mix delle campagne pubblicitarie e il gioco di squadra tra agenzia e azienda per portare il brand a costruire successo, passaparola e memorabilità. E questa idea di gioco di squadra, di “relazione umana”, di “interazione emotiva” (detto in copyese) ha fatto da traino anche per altri elementi che ancora oggi lo contraddistinguono. La giuria, per esempio. Una giuria costituita esclusivamente da top manager di marketing e comunicazione delle aziende investitrici tutti seduti in tavola rotonda. Un elemento di forte trasparenza, oltre che di piacevole condivisione. Altri elementi distintivi: la scelta e l’identificazione delle categorie di partecipazione. Non solo a seconda degli ambiti merceologici, bensì valutando la posizione competitiva del brand sul mercato, e la sua capacità di investimento pubblicitario. Una vera rivoluzione che all’inizio disorientò, ma che poi fu considerata una vera novità, perché metteva in competizione i leader tra di loro, ma anche i follower o i primini. Il terreno di competizione in questo modo venne reso equo per tutte le marche al di là dei top budget e dei top client. Ultimo elemento, ma non meno importante, la partecipazione delle nuove generazioni creative e il coinvolgimento degli addetti al settore. Un telecomando in mano, qualche secondo per digitare un numero, e voilà, voto dato.
E come le nuvole che corrono. Il vento che fugge. I bambini che non la smettono più di ridere, e che ogni volta producono un ultrasuono diverso. Il mondo della comunicazione cambia.
E come scrive Marco Lombardi*, “i confini di un A4, di una 35mm, di un 6×3 o di un 30” non sono più gli unici in cui si può dar vita ad un’idea. C’è una meravigliosa rivoluzione creativa in atto. Oggi un prodotto lo trasformiamo in un media per comunicare un messaggio”. Ma quello che vogliamo che rimanga nell’aria è il profumo del GrandPrix. La sua storia, la sua tradizione, la voglia di condivisione che c’è tra più di 2000 persone tutte insieme all’interno di un teatro, con un oratore “cappellaio matto”, il brillante Piero Chiambretti e la sua velina, e una carrellata di stupore: pubblicità, strategie e media. Parole, suoni, immagini che ci fanno riflettere, o semplicemente prendere appunti, oppure soltanto ci lasciano sbalorditi senza saperne il motivo, ma il bello è proprio questo.
Il 26 maggio 2014 presso il Barclays Teatro Nazionale di Milano, la ventisettesima edizione.
E io, come ogni anno, ero presente. Ne è uscito un interessante punto di vista. Le strategie di marca presentate hanno portato con sé i “segni del tempo” e del cambiamento. Per l’agenzia questi stravolgimenti sono trascinanti, per il consumatore invece sono stimoli che lo fanno diventare Attore del consumo. È ricerca di protagonismo. Sa che viene ascoltato e che viene “beccato” ovunque si trovi. Il mondo digitale e i social media hanno creato una vera rivoluzione in questo senso. Essere ovunque per parlare con chiunque. Ora il media infatti non è più il mezzo in senso stretto, ora il media è l’idea stessa. Il risultato del mio pensiero, e del mio approccio multitasking, lo trovate qui sotto, in una foto, in uno status direttamente dal Grand Prix del 26 maggio.
* La creatività in pubblicità di Marco Lombardi.
[Un ringraziamento speciale a Maria Stella Gallo, Responsabile Eventi e Promozione di TVN Media Group per essersi fatta stressare dalle mie domande. Ringrazio inoltre per la disponibilità Emanuele Soi, Director of Strategy e Membro dell’Art Directors Club Italiano, e Pasquale Barbella, Consulente creativo, pubblicista, docente di comunicazione – anche della sottoscritta – Ex Presidente e ora socio dell’Art Directors Club Italiano].