Quando televisione e social media convergono in uno spazio di discussione ibrido, che sfuma i confini mediali intesi in senso tradizionale, si parla di Social TV. È il fenomeno che ha contribuito a portare il consumo televisivo a crescere di nuovo, dopo qualche pericolosa oscillazione verso il basso.
La possibilità di commentare in diretta e interagire mediante tweet, post e video apre prospettive inedite per il modello televisivo. Il pubblico non vuole più solo guardare uno spettacolo in TV, vuole partecipare ed essere protagonista. Ciò spiega il successo dilagante di format costruiti intorno all’interazione tra studio e casa, come reality, talent e talk show.
Twitter è per definizione lo spazio della Social TV, il social media che condensa la maggior parte delle conversazioni online sul tema televisivo. L’abbiamo visto bene ieri sera, quando Eni ha scelto i 140 caratteri per rispondere in diretta alle accuse della trasmissione di Rai 3 Report.
Report ha mandato in onda “La Trattativa”, il servizio che cerca di ricostruire il presunto affare da un miliardo di dollari dell’Eni per l’acquisto della licenza per sondare i fondali marini del blocco petrolifero denominato Opl245 in Nigeria. Per ribattere alle accuse e tutelare la brand reputation, Eni ha deciso di inserirsi nel flusso di hashtag su Twitter (#report) e documentare le proprie argomentazioni con link, immagini e perfino con un dossier online. Ne è nata una conversazione accesa che ha coinvolto profili privati e profili ufficiali.
#Report parla di #Eni. Qui le info su blocco #Opl245, anche quelle che la trasmissione non vi dirà #latrattativa pic.twitter.com/4LjoNTLz3N
— eni.com (@eni) 13 Dicembre 2015
Senza entrare nel merito dell’inchiesta, quello che conta sottolineare è l’impeccabile gestione social di Eni, che costituisce un ottimo esempio di comunicazione aziendale in ottica di crisis management e brand reputation. La risposta di Eni è stata puntuale e soprattutto in real-time. È forse la prima volta che nello scenario italiano un brand riesce a sfruttare così sapientemente la Social TV.
A dare maggiore spessore alla propria risposta contribuisce anche il fatto che l’azienda è intervenuta, oltre che dall’account ufficiale, anche dagli account personali di alcuni dirigenti, come quello di Marco Bardazzi (Communication Director di Eni) che ha risposto prontamente ad Andrea Vianello (direttore di Rai 3).
.@reportrai3 La prossima volta fateci intervenire in diretta, per un vero contraddittorio #report
— Marco Bardazzi (@marcobardazzi) 13 Dicembre 2015
.@andreavianel Andrea abbiamo risposto a tutto, ma le risposte sono state usate solo in parte. E allora abbiamo detto la nostra #report — Marco Bardazzi (@marcobardazzi) 13 Dicembre 2015
Il dispiegamento di una vera e propria task force social da parte di Eni rappresenta un esempio eccellente di crisis management (anche se in questo caso non si è potuto fare a meno di notare il ritardo con cui Report ha attivato la propria controffesiva, lasciando il fianco scoperto). Ma non solo: testimonia come per i brand sia sempre più necessario muoversi contemporaneamente su più canali e scegliere su quale giocare le carte migliori. Il caso di Social TV di ieri mostra infatti che il second screen vale – almeno – quanto quello televisivo.