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5 consigli per scrivere un piano editoriale efficace sui social

Social Media

La costruzione del piano editoriale dipende da una serie di variabili di progetto, di brand e di strategia. Spesso il piano editoriale si dà per scontato dandogli poca importanza in fase di scrittura. Oppure ci si fa prendere la mano e si improvvisa quotidianamente qualcosa pur di poter andare online.

In entrambi i casi si finisce poi per pagarne le conseguenze in termini di interazioni, traffico sul sito, crescita organica e portata.

Per evitare alcuni dei problemi più comuni, vi propongo 5 consigli da tenere sempre a mente quando si scrive un piano editoriale.

 

Consiglio #1: flessibilità, ma non anarchia

Il piano editoriale non deve essere visto solo come un assemblamento, di testo, grafica e calendario, chiuso e vincolante da cui non è più possibile fare alcuna modifica. Anzi, il piano editoriale deve essere continuamente aggiornato e verificato in base ai risultati che si ottengono, alla strategia e soprattutto in base alle nuove informazioni che vengono condivise.

Ne derivano due osservazioni: un piano editoriale troppo rigido rischia di essere già vecchio ancora prima di essere pubblicato e risultare poco efficace in termini di engagement; dall’altra parte un piano troppo flessibile rischia di non rispettare la strategia di fondo e quindi di essere inefficiente.

 

Consiglio #2: creatività per uscire dal rumore

I social si evolvono continuamente sia nelle abitudini di fruizione da parte del pubblico che nei contenuti e nei formati disponibili nelle varie piattaforme. Ognuno di noi quotidianamente scorre il proprio feed affidando alle mani e agli occhi il compito di scegliere il post dove soffermarsi per qualche secondo in più. Tutto il resto che scorriamo è solo rumore che non ci attrae, ma non ci respinge nemmeno così tanto da premere l’unfollow.

In questo rumore indefinito è il post più brillante a bucare lo schermo, per questo è importante indirizzare ogni singolo post del piano editoriale a questo obiettivo.

 

Consiglio #3: real time marketing: non è un obbligo per il piano editoriale, ma una opportunità

Anniversari, giornate mondiali e trend. Ogni giorno si potrebbe pubblicare qualcosa solo sulla base di questi tre argomenti. Anniversari e giornate mondiali sono appuntamenti prevedibili, mentre il più delle volte i trend sono fenomeni inaspettati e richiedono quindi una buona velocità di esecuzione e approvazione.

Il consiglio? Vagliate bene cosa può andare bene per un progetto, non tutti gli anniversari e le giornate mondiali fanno al caso vostro.

 

Consiglio #4: occhio sempre ai dati

L’altra faccia del piano editoriale sono i risultati e quindi i dati degli analytic. Il piano editoriale ha bisogno che i dati siano positivi per assumere valore e credibilità all’interno della strategia. Viceversa i dati saranno positivi se il piano editoriale è buono e la strategia forte. Non si può fare un buon piano editoriale senza tenere sempre d’occhio le metriche e i KPI di progetto.

Non vi affidate solo al vostro occhio e alla vostra memoria per valutare se i vostri contenuti hanno avuto buone performance, ma datevi obiettivi periodici misurabili e oggettivi. In base ai valori che registrerete in un certo periodo,  modificate il piano editoriale o la strategia così da affinare i contenuti in base ai risultati.

 

Consiglio #5: metteteci del vostro

I social network sono fatti per le persone, non dimenticatevene. I copy, le creatività, l’orario di pubblicazione, il tipo di contenuto, il formato, sono variabili che devono essere fruibili e comodi per un solo pubblico: le persone. Basta a testi troppo istituzionali, cta da televendita, click bait, bufale (ne avevamo parlato qui) e a tutti quei contenuti troppo finti. Partite da quello che piace a voi e a quello che vi piacerebbe leggere online a proposito di questo o quell’altro, e chiedetevi sempre: io lo condividerei?

 

Buon lavoro 🙂

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