In Italia non è ancora arrivato ma è solo questione di tempo. Il nuovo progetto di Amazon si chiama Amazon Video Direct e si rivolge a chiunque abbia realizzato o abbia intenzione di realizzare video per il pubblico. Come funziona? Lo spiega Jim Freeman, responsabile della divisione video dell’azienda: “Amazon Video Direct offre per la prima volta un’opzione self-service per i fornitori di materiale video che consente di inserire i loro prodotti in un servizio streaming premium su abbonamento”.
In parole povere, basta avere un account Amazon (al momento funziona per Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Austria e Giappone) per poter caricare contenuti video e decidere se lasciarli visualizzare gratuitamente, in affitto limitato o sotto acquisto. Ovviamente, una parte degli introiti sarà da dividere con Amazon.
La mossa di Jeff Bezos rappresenta un vero e proprio atto di sfida nei confronti di Google/Youtube, tanto che diversi editori internazionali sono già stati coinvolti nel progetto (The Guardian, Condé Nast, Mashable, Mattel e Machinima). Non solo: per stimolare gli utenti a utilizzare il servizio, Amazon ha già predisposto un budget di 1 milione di dollari da distribuire ai 100 migliori titoli caricati. Un bel modo per attirare videomaker in cerca di fortuna. E anche per i produttori potrebbe rivelarsi una buona occasione. Gli accordi prevedono che il 50% degli introiti dai noleggi e dagli acquisti e il 55% dai ricavi pubblicitari sia attribuito a loro. E per gli utenti Prime, gli incassi ammonteranno a 15 cent per ogni ora di streaming e 6 cent nel resto del mondo.
Manco a dirlo, Google non starà certo a guardare. È di pochi giorni fa l’annuncio di un nuovo servizio in streaming chiamato YouTube Unplugged, probabilmente online entro il 2017. L’idea, in questo caso, è quella di varare un servizio di cable TV streaming con un’offerta di canali televisivi via cavo. Si parla, stando a Bloomberg, di un pacchetto di canali composto da quattro reti di trasmissione visualizzabile con un abbonamento intorno ai 35 dollari al mese. Una mossa che punta a mantenere il dominio della fruizione video online tramite Youtube, allargando il servizio a contenuti televisivi internazionali.
Comunque andrà a finire, ne vedremo delle belle.
[immagine in copertina: The Country Caller]