Sicuramente avrete sentito parlare di Clubhouse. La notizia del nuovo social network basato unicamente sul potere della voce è seconda, forse, solo all’insediamento del Governo Draghi.
Se vi sembrava strano che Mark Zuckerberg ne fosse rimasto alla larga, ci avete visto giusto. Infatti, durante un talk show serale tenutosi su Clubhouse e chiamato “The Good Time Show”, Sriram Krishnan e Aarthi Ramamurthy, due tecnologi della Silicon Valley, hanno intervistato un dirigente di Facebook che ha portato con sé un ospite speciale: Mark Zuckerberg.
Questo, però, non è l’unico modo in cui il social network blu e bianco sembra essersi interessato a Clubhouse, infatti, le chat audio potrebbero presto arrivare su Facebook.
Nonostante il nuovo social network sia stato rilasciato in versione “beta” e sia circoscritto ai soli utenti Apple (per i dispositivi Android, infatti, bisognerà attendere ulteriormente), secondo il New York Times l’amministratore delegato di Facebook ha già chiesto ai “suoi” di sviluppare un prodotto molto simile a Clubhouse.
Sarà forse un tentativo per accontentare tutti gli utenti che ancora non sono riusciti ad iscriversi a quest’ultimo?
Lo scenario tra Clubhouse e Facebook
Se la decisione presa da Zuckerberg non vi sorprende è perché non è nuovo all’inseguimento dei diversi mezzi di comunicazione che attraggono, soprattutto, i giovani. Egli ha infatti acquistato l’app regina della pubblicazione di foto, Instagram, e l’app di messaggistica WhatsApp.
“Se non puoi acquistarli, copiali” sembra essere questo il mantra del Signor Zuckerberg che non è nuovo a integrare spunti presi dalla concorrenza. Basta pensare al passato: l’ultimo caso in ordine cronologico è quello dei Reels su Instagram i quali replicano il format di TikTok.
Prima ancora, ormai nel 2016, dopo non essere riuscito ad acquistare Snapchat decise di replicare sui suoi prodotti la feature più originale, quella delle Storie.
Menlo Park, però, non è il primo ad interessarsi al genere. Infatti, se è ancora troppo presto per comprendere la strategia di Facebook, più chiara è senza dubbio quella di Twitter: al cinguettio di “sometimes, 280 isn’t enough” da qualche mese ha pronto Spaces, un servizio davvero molto simile a quello offerto da Clubhouse.
L’interessamento di Twitter
Twitter dichiara di aver compreso come la voce umana porta con se emozioni, sentimenti ed empatia che spesso con il testo si perdono, il desiderio è quello di far sentire gli utenti a “proprio agio ad una grande cena”.
aye we’re live! what up y’all, we're the team behind Spaces––a small experiment focused on the intimacy of the human voice🧵
— Spaces (@XSpaces) December 17, 2020
Inizialmente sono stati selezionati quattro rappresentanti che avrebbero dovuto testare una versione “base” della nuova funzione. Un mese più tardi la versione è stata collaudata da un altro piccolo gruppo di utenti con l’obiettivo, aggiornamento dopo aggiornamento, di ampliare il raggio a tutti gli account presenti sulla piattaforma.
Inizialmente Spaces era disponibile solo per i clienti Apple, ma dalla fine del mese di Gennaio l’account Twitter della chat audio ha presentato anche una versione per Android.
Per creare uno “spazio”, e quindi avviare una chat audio, sarà necessario tenere premuto il tasto “compose”, altrimenti vi è la possibilità di utilizzare i Fleet. Sarà inoltre possibile interagire con emoji.
Lecito chiedersi come mai Twitter abbia deciso di rilasciare la sua “versione prova” solo ad una cerchia ristretta di persone per poi, lentamente, raggiungere tutti gli utenti. Il desiderio sarà forse quello di renderla una piattaforma più sicura?
Soprattutto negli ultimi tempi sono circolati tweet e commenti violenti che hanno generato spesso conversazioni cariche d’odio e di intolleranza. Tutto ciò lascia pensare che voglia testare la sua capacità di moderazione circoscrivendo la nuova funzione a un numero ridotto di persone per poi ampliarsi in modo da moderare situazioni complicate fin dall’inizio.
Zuckerberg è da sempre il primo della classe in materia di social network e anche questa volta farà di tutto per salire sul gradino più alto del podio,Twitter, invece, oltre a Clubhouse e Facebook dovrà sfidare sé stesso.