“Vederci doppio” è un’espressione che cambierà presto significato. Grazie alla realtà aumentata (AR), ovvero la tecnologia che ci fa vedere doppio, aumentando di contenuti digitali il mondo reale che ci circonda, con enormi potenzialità per il customer engagement.
L’abbiamo vista talmente spesso nei film di fantascienza (due su tutti, Minority Report e Iron Man… ok, facciamo tre: anche Essi vivono di John Carpenter) che ci è quasi familiare.
Un po’ come il touch screen dell’iPhone: quando lo vedi per la prima volta, da un lato ti stupisci perché ti sembra magia pura, dall’altro provi la gratificazione di chi finalmente può usare dal vero qualcosa che ha sempre sgolosato solo al cinema.
Questa stessa sensazione è quella provata di fronte alla demo pubblicitaria di Project Glasses di Google, l’interfaccia handfree di realtà aumentata.
Il video ha avuto così tanta presa sul pubblico da diventare subito virale, come dimostrano i numerosi spoof che la gente ha spontaneamente realizzato. Eccone uno:
Anche la moda ha utilizzato più volte questa forma di customer engagement “aumentato”, come dimostra lo show di Ralph Lauren che ha aumentato digitalmente un intero palazzo, trasformandolo in una avvincente passerella che ha raccolto un grande numero di “wow!” tra il pubblico. Eccolo:
La realtà aumentata può rendere anche lo shopping un’esperienza di customer engagement che ti verrà voglia di condividere con gli amici su Facebook. E’ il caso dell’applicazione mobile AR che GoldRun ha realizzato per Esquire Magazine, con cui si poteva interagire digitalmente con la covergirl Brooklyn Decker nelle librerie Barnes & Noble, e condividere la foto su Facebook. Il tutto, ovviamente, a patto di scaricare l’app di Esquire e di recarsi in uno dei 700 punti vendita Barnes & Noble.
Cambiano le tecnologie, ma non le regole del gioco: si tratta sempre di individuare contenuti rilevanti per le persone, e di creare non più soltanto messaggi, ma intere esperienze di marca. O, per restare nel tema della AR, di customer engagement aumentato.