Pinterest è uno dei fenomeni sociali più seguiti del momento, ne abbiamo parlato anche qui. I ragazzi di Pinterestitaly, il primo blog italiano interamente dedicato all’argomento, erano a Milano per il Pinstreet Market, che si svolge in questi giorni in concomitanza con la Settimana della Comunicazione. Ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda sul social pinnabile.
Ciao, come è nata l’idea di Pinstreet Market e di portare le board Pinterest nella vita reale?
Il nostro obiettivo quando abbiamo deciso di organizzare Pinstreet era diffondere la conoscenza di Pinterest anche tra coloro che non si sono mai iscritti ad un social network e non ne conoscono le dinamiche: portare Pinterest nei negozi ci è sembrato il modo più immediato per creare curiosità e dimostrare che quello che succede nella rete non segue dinamiche differenti da quelle che si svolgono nella realtà.
Per alcuni Pinterest è un social “in rosa”: è così o c’è spazio anche per il pubblico maschile?
Fino a poco tempo fa Pinterest era ancora un social maschile dove si parlava di nuove tecnologie e linguaggi di programmazione! Oggi, con gli ultimi dati del Global Web Index, la situazione è cambiata e i pinner sono per il 54% delle donne: quindi tutto sommato c’è un equilibrio. Noi pensiamo che Pinterest sia uno spazio dove poter condividere tutti i propri interessi e, in quanto tale, assolutamente asessuato!
Quali sono i settori merceologici che possono trarre i maggiori benefici dall’utilizzo di Pinterest? Potete menzionare qualche case positiva e una negativa?
Per la predominanza delle immagini, Pinterest si adatta sicuramente al food e al fashion, ma in realtà sta alla capacità del brand di adattare la propria comunicazione allo strumento che sta utilizzando. Ad esempio Honda, che conta 4mila followers, ha ingaggiato 5 top pinners invitandoli ad abbandonare il pc per 24 ore e a realizzare un desiderio in cambio di 500$ (salvo poi provvedere a raccontarlo su Pinterest una volta passate le 24 ore!). Un esempio di case negativa è quella di Uniqlo che, attraverso un vero e proprio attacco alla piattaforma, ha invaso lo stream degli utenti con lunghissimi pin dedicati ai suoi prodotti. Sono entrambi casi che hanno avuto visibilità a livello mondiale, ma, secondo noi, due perfetti esempi di buona e cattiva comunicazione.
Quali sono i brand internazionali che hanno colto lo spirito di questo social in modo corretto e che lo stanno utilizzando al meglio?
Sicuramente Etsy con i suoi 158mila followers è un ottimo esempio. Le board ospitano immagini accattivanti; i pin non sono dedicati solo alla vendita, ma collegati anche a blog, articoli, siti esterni; le descrizioni dei pin sono accurate. Inoltre Etsy, tramite le Guest Pinners board, offre spazio e visibilità ad alcuni utenti per raccontare le loro storie attraverso le immagini.
Secondo voi le dinamiche di Pinterest possono essere sfruttate nel giornalismo? In quale modo? Ci sono dei casi significativi?
Moltissimi sono i giornali americani che hanno aperto un account su Pinterest e da giugno anche il New York Times ha finalmente cominciato a costruire le sue boards. Il profilo che ad oggi troviamo più interessante è quello dell’Huffington Post: per loro natura le notizie finiscono in archivio non appena pubblicate, invece il profilo dell’HP, pubblicando i pin collegati agli articoli e dividendoli per board, riesce a tracciare la storia per immagini dei momenti più emozionanti della campagna elettorale negli USA o una selezione delle notizie più importanti in tema di tecnologia e scienza.
Pinterest non ha ancora un sistema di messaggistica tra gli utenti, lo sviluppo di questa funzionalità potrebbe aiutare i brand nelle digital PR?
Pinterest nasce da alcuni maniaci del collezionismo che decidono di condividere online le proprie collezioni e creare un motore di ricerca per le immagini: secondo noi non era nei loro piani diventare il terzo social network negli USA nel giro di 2 anni! Probabilmente devono ancora comprendere che direzione prendere. Sicuramente il livello di interazione tra gli utenti è ancora troppo basso e non permette di sfruttare tutte le potenzialità della piattaforma.
Una delle mancanze di Pinterest è l’impossibilità di acquistare prodotti in modo diretto. Questo fattore potrà penalizzare questo social in favore di altre piattaforme come ad esempio Garage?
In un sondaggio che abbiamo fatto su Pinterestitaly, il 13,6% dei nostri lettori vorrebbe acquistare su Pinterest. Anche se, secondo noi, Pinterest è molto diverso da Garage e Fancy in quanto la vendita può essere un “effetto collaterale”, ma non deve diventare obiettivo primario della piattaforma. Se si trasformasse in un luogo dedicato prettamente al comprare/vendere rischierebbe di trasformarsi soltanto nell’ennesimo spazio dedicato al social commerce.
Ringraziamo i ragazzi di Pinterestitaly per la disponibilità. Siete d’accordo con quello che ci hanno detto? Il modo migliore per esprimerlo è pinnare questo post. In caso contrario, i commenti sono il posto migliore per iniziare una conversazione.