Il Web Listening, come vi abbiamo già raccontato qui, è un importante strumento per tracciare le conversazioni degli utenti sul web e capire cosa dicono su un determinato argomento. Ci è sembrato interessante analizzare un trend attuale come Fridays for Future. Ecco cosa abbiamo scoperto.
Fridays for Future: tutte le numeriche sul movimento
Il movimento Fridays for Future, lo sciopero scolastico per il clima, è apparso online sul Guardian il primo settembre 2018, quando Greta Thunberg era descritta come “a Swedish 15-year-old girl” ( The Swedish 15-year-old who’s cutting class to fight the climate crisis) , articolo ripreso poi da La Repubblica lo stesso giorno. Non è importante se si sposi o meno la causa del climate change, ma è interessante vedere quali sono state la ricadute nel web.
Nel corso di un anno l’interesse sull’argomento su Google ha raggiunto due picchi in concomitanza con le due manifestazioni a marzo e a settembre.
Il totale delle conversazioni su Twitter, Blog e News con citazioni al Fridays for Future e Climate Strike si aggira nell’ultimo anno intorno ai 26 milioni di mentions pubbliche.
In Italia, in particolare, il valore è salito del 600% solo in 3 giorni (26-27-28 settembre), con un picco alle 12 di venerdì.
Chi sono le persone interessate al Fridays for Future?
Secondo Google, la maggior parte di ricerche sono arrivate dalla Germania, in particolare dalla regione a nord di Amburgo, Schleswig-Holstein.
In Italia la regione più interessata è stata il Trentino-Alto Adige: la classifica è tutt’altro che corta, in Molise Google non ha registrato abbastanza ricerche per poter inserire questa regione in classifica.
Incrociando i dati con una analisi di Social Listening si conferma il silenzio anche sui social della regione del Molise e più conversazioni nel nord d’Italia.
Gli autori di queste conversazioni sono uomini (46%) e donne (54%), risultano abbastanza bilanciati, e, in base agli elementi pubblici all’interno dei profili Twitter, solo il 14% è uno studente, la maggior parte risultano essere giornalisti e artisti (dato fortemente interpretabile). Curioso notare come effettivamente l’aspetto “giovane” emerga parecchio dai contenuti condivisi: i termini “giovane”/“studente” e affini sono molto ricorrenti tra le conversioni, saranno più i media a parlare di movimento giovane più del movimento stesso?
Effettivamente, chi ha raggiunto più impression, su Twitter, escludendo i politici, sono stati i media stessi: tra i top tweeter ritroviamo il Corriere, Le Iene e la Repubblica.
Il sentiment dei contenuti è stato principalmente positivo, ma la crescita di quello negativo è stata quasi del doppio durante i tre giorni presi in esame: in termini relativi, la manifestazione ha acuito la negatività attorno al tema più che sedarla.
Fridays for Future: dillo con un’emoji!
Eppure, se dovessimo descrivere il Friday for Future Italiano con una emoji, l’emoji cloud parla chiaro: ❤️
Perché dovrebbe interessarci come interpretano le persone un fenomeno come il Fridays for Future?
Perché, per esempio, Treedom, azienda che mette in vendita alberi da adottare a distanza, con 11 Tweet ha ricevuto quasi 66K impression in 3 giorni.
Certo, Treedom la filosofia green ce l’ha insita nel suo manifesto ed è scontato che partecipi a movimenti di questo tipo, ma la green wave è fonte di ispirazione per molti brand, e conoscerne i numeri ha aiutato molti a capire già anni fa da che parte si stavano muovendo le nuove generazioni (vedi “i giovani” sopra, la Generazione Z).
Come il Web Listening può orientare i brand e i consumatori
L’ascolto delle conversazioni in rete è una delle fonti per conoscere in anticipo cosa arriverà dall’estero e influenzerà il mercato italiano nel futuro, in modo da posizionarsi prima dei competitor su segmenti di comunicazione precisi.
Arrivare prima degli altri non è solo un fattore puramente di posizionamento, ma è anche battere il ferro prima che diventi troppo caldo.
L’impennata di sensibilità nei confronti di alcuni temi come il green o la privacy influenza le scelte dei consumatori e lo sanno bene i mezzi di comunicazione, che, sopratutto digital, si adeguano molto in fretta: oggi Facebook per trasparenza rende visibile (a chiunque) il budget investito dai brand nei temi “about social issues” e richiede obbligatoriamente di inserire nelle inserzioni che toccano la “pancia” degli utenti il nome dell’azienda o brand che veicola determinati contenuti attraverso investimenti.
L’ascolto della rete è una importante arma in tasca ai brand che incaricano le agenzie di analisi periodiche, misurate e approfondite.