Le grandi rivoluzioni partono dal basso. Nel 2019 però possono anche nascere da un hashtag. Questo è il caso di #FridaysForFuture e della sua guida Greta Thunberg.
Chi è Greta Thunberg? Sedicenne, svedese e studentessa con tanta voglia di far sentire la sua voce e far conoscere le sue idee. L’hot topic? Il cambiamento climatico e la richiesta di un’economia a basse emissioni di anidride carbonica.
Greta Thunberg e l’inizio del cambiamento: così è nato l’hashtag #FridaysForFuture
Tutto è partito il 20 agosto 2018, quando Greta ha iniziato a saltare le lezioni scolastiche del venerdì per andare davanti il parlamento svedese tenendo in mano un cartello con la scritta “Skolstrejk för klimatet” ovvero “Sciopero scolastico per il clima”. Il suo mezzo di comunicazione? Instagram. La teenager infatti ha pubblicato ogni venerdì una foto con lo stesso cartello e sempre nello stesso posto. Ha sfruttato Instagram come un diario: #FridaysForFuture era un appuntamento fisso, in cui raccontava perché stesse scioperando e quali fossero le sue idee in relazione al climate change. È riuscita così a farsi conoscere in tutto il mondo, soprattutto grazie ai social media: il suo hashtag #fridaysforfuture è diventato oggi il simbolo di tantissimi giovani (e non), uniti sotto questo impegno comune. Si sono anche creati gruppi Fridays For Future di ogni nazionalità, che sostengono la causa della Thunberg.
L’hashtag conta su Instagram circa 120 mila post. Insieme a questo si aggiungono anche #climatestrike con 72 mila post e #climatemarch che ne ha ben 55 mila.
In Italia dal 20 agosto a oggi gli hashtag legati all’allarme sul cambiamento climatico hanno collezionato oltre 160mila mention. L’hashtag #FridaysForFuture è stato utilizzato quasi 64mila volte e 39mila volte solo nella giornata di venerdì 15 marzo, quando migliaia di studenti in tutto il mondo sono scesi in piazza per chiedere azioni concrete ai politici. Il “traffico” social a livello mondiale vanta numeri da capogiro: sono infatti milioni i tweet e le conversazioni sul topic. Il profilo personale della giovane attivista (@GretaThunberg) è cresciuto a dismisura ed è arrivato ora a contare quasi il milione di follower.
Anche Google Trends evidenzia un’impennata di ricerche riguardo il “cambiamento climatico”. Il grafico mostra infatti come, durante il 2018, l’interesse (e la curiosità) degli utenti si è iniziato ad alzare durante il mese di settembre, quando sono iniziati i primi #FridaysForFuture, senza più scendere. Il picco delle ricerche è ovviamente il 15 marzo, con un interesse che è rimasto molto alto anche nei giorni a seguire, delineando un coinvolgimento persistente da parte degli utenti.
Il movimento di Greta Thunberg è nato sui social per cambiare il mondo
Le generazioni Z e Y, spesso descritte in termini negativi come social addicted, sembrano avere avuto il loro riscatto: è proprio dal mondo digitale che questo grande movimento di piazza ha avuto modo di esistere e far parlare di sé. In questo caso i social media sono riusciti a portare all’attenzione di un pubblico vasto una maggiore conoscenza del problema, favorendo così la mobilitazione degli attivisti, dando spazio sia a dibattiti online che alle sempre presenti fake news. Fanno parte di questo oceano di commenti e discussioni anche i detrattori (ma se la giovane Greta è a tutti gli effetti un’influencer, come potrebbe non avere anche lei i propri haters?). Pronti a urlare allo sfruttamento dell’immagine di una giovane ragazza manovrata dall’alto, anche loro alla fine contribuiscono a denotare l’importanza dell’argomento, che come ogni tema caldo vede sempre schierarsi due fazioni di pensiero.
Una teenager ci insegna quindi che si può cambiare il mondo anche attraverso internet. Per farlo, è importante avere un messaggio chiaro, comunicato in modo personale, immediato e letteralmente in tempo reale, come solo i social possono permettere.
Creare un appuntamento fisso, come se fosse una serie televisiva (e per fare questo le Instagram Stories, sono ormai un mezzo potentissimo).
Forgiare un’immagine forte e iconica, dato che i social, ormai, vivono di foto e video che possono diventare virali.
E, ovviamente, avere uno slogan che rimanga impresso: cosa può farlo, oggi, meglio di un hashtag distintivo e ben riconoscibile?