IAKI

La gamification contagia l’advertising

Gamification

Avete mai affrontato la lettura dell’interessantissimo libro di Jane McGonigal, Reality is Broken?
Tratta del tema della gamification, ossia delle meccaniche ludiche applicate al mondo non ludico.

La sua tesi è affascinante: la gamification può migliorare il mondo. Non solo perché Jane è davvero coinvolgente nell’esporre le sue tesi, come potete vedere nel video qui sopra, ma anche perché affrontare qualunque situazione con un approccio ludico e non troppo “serioso” può attivare un vero e proprio “surplus cognitivo”: in parole più semplici, se mi diverto facendo qualcosa, la faccio meglio, e le dedico più tempo.
Pensate a un’attività che normalmente vi reca noia: poniamo che farvi mezzo chilometro a piedi per portare la raccolta differenziata negli appositi cassonetti differenziati. Bene, immaginate ora di ricevere dei punti per ogni volta che lo fate, e dei bonus se convincete anche i vostri amici a farlo. E se ci fosse una classifica pubblica del quartiere in cui abitate, in cui seguire la top ten dei migliori “raccoglitori differenziati”. Sarebbe un gioco, e quindi verrebbe naturale dedicarvi tempo e energie.
Eccoci arrivati al punto: le meccaniche ludiche sono un vero e proprio meccanismo di engagement.

Anche di customer engagement. Il marketing, infatti, si è accorto da qualche tempo delle potenzialità della gamification per rendere più coinvolgente la brand identity e la comunicazione in generale. In fondo, la gamification è una modalità estremamente efficace di viral marketing. Il gioco è indubbiamente contagioso, e quindi una marca che fa giocare lo è allo stesso modo. Attenzione, ora: non pensate che le meccaniche ludiche possano essere di pertinenza solo di concorsi, guerrilla marketing, eventi, e animazioni varie. La gamification ha ormai contagiato anche l’advertising.
Eccone un esempio:

Old Spice Muscle Music from Terry Crews on Vimeo.

Si tratta del nuovo branded video pubblicato su Vimeo per la marca Old Spice. Oltre a essere chiaramente un virale, per la carica ironica, visiva, e surreale dell’idea stessa di”muscle music”, possiede una meccanica potentemente ludica. Infatti, dopo averlo visto, il tasto play del player Vimeo si trasforma in un tasto record, permettendovi di registrare la vostra muscle music, che potrete suonate semplicemente dalla tastiera del vostro computer.
Un’interfaccia tecnologica assolutamente “invisibile” (dal momento che non richiede nulla di più di quel che già c’è di fronte a voi) vi permette di giocare ai musicisti di musica muscolare e di condividere il risultato con i vostri amici.
Questo esempio illustra bene l’enorme potenziale che un’attitudine ludica ha per il customer engagement: rendere una marca non più solo un messaggio veicolato, ma un intero mondo di esperienza in cui inserirsi, e in cui giocare assieme ai valori che la caratterizzano.

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