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Newsletter: ma non dovevamo rivederci più?

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Oggi parliamo di uno spazio di comunicazione molto diffuso: le Newsletter. Non vi dirò però che i brand possono utilizzarle per comunicare con utenti e clienti, né che sono uno strumento importante per chi ha un blog. Né vi ammorberò con dati come i tassi di apertura. Vi dirò solo che in questo periodo molte persone le stanno usando per diffondere contenuti. In modo diverso.

Questo fenomeno sta prendendo piede grazie all’esistenza di strumenti gratuiti per la creazione di Newsletter come ad esempio Tinyletter. Queste sono piattaforme funzionali e flessibili che hanno avvicinato questo tipo di spazio editoriale a molte persone, sono nati quindi spazi di comunicazione alternativi ai social e piattaforme di blogging anche “leggero” come Medium o Tumblr.

Anche se utilizzate in un modo un po’ diverso, le mail inviate devono comunque tener conto delle regole delle Newsletter tradizionali ovvero:

– Devono avere un progetto/contenuto interessante da proporre.
– Non devono essere promozionali o, nel caso, i contenuti promozionali devono essere minimi.
– Non devo ammorbare i miei lettori con decine di invii.

Perché una Newsletter?

I motivi per preferire questo strumento sono diversi: sono i lettori a cercare gli argomenti, chi scrive quindi è in grado di parlare ad un pubblico interessato e in target.
Chi legge, invece, ha la possibilità di ricevere i contenuti via mail, evitando ricerche e feed, o affidandosi alla serendipity del social (leggo la notizia perché è apparsa nel mio stream) e sfruttando a pieno le potenzialità del mobile.

Mi sono iscritto ad alcune Newsletter perché interessato agli argomenti trattati, le cito qui sotto:

“Una cosa al giorno” di Rocco Rossitto e Claudia Vago. “Una cosa inviata via email per stupirti e farti scoprire qualcosa di nuovo. Ogni giorno, tutti i giorni.”

“Polpo” di Simone Tolomelli. “Dovrebbe essere una cosa più o meno in cinque/otto punti (da cui il nome della newsletter stessa), cioè: di solito una volta al giorno mi succede una roba che mi fa riflettere e ve la racconterò volentieri. Poi immagino potrei aggiungere un consiglio di lettura, un video, sicuro qualche cosa che arriva da un podcast, e altre cose del genere. Comunque molto molto estero e poca Italia, per capirci”.

“Bring Your Own Set Of Ears” anche se in italiano, così come arriva nella mia casella di posta, mi piace di più: “Portatevi le orecchie” di Andrea Tassi. È una raccolta di segnalazioni di podcast.

Voi avete una Newsletter da consigliare?

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