Vi abbiamo parlato qualche tempo fa di alimentazione sostenibile e di come questa sia affrontata dai Gen Z e dai Millennials.
E parlando di sostenibilità ambientale, soprattutto in ambito alimentare, non possiamo fare a meno di riportavi una panoramica sullo spreco alimentare in Italia e il percepito tra le generazioni.
“Quanto cibo viene sprecato all’interno del tuo nucleo familiare?”
Abbiamo posto questa domanda a un campione di persone nel corso di una survey a tema sostenibilità appunto. La risposta più comune a questa domanda è che la propria famiglia sprechi poco cibo. E anzi la maggior parte dei rispondenti ritiene che la propria famiglia sprechi “meno cibo della media”.
Ma sarà proprio così?
Avevamo qualche dubbio e abbiamo voluto approfondire. Qualche dato del 2021:
- Si stima che in Italia il 20% del cibo comprato venga gettato via
- In Italia vengono sprecati ogni anno 67 kg di alimenti per abitante, per un totale di oltre 4 milioni di tonnellate di spreco
Quindi forse l’autopercezione che abbiamo rispetto al tema è un po’ distorta rispetto alla realtà dei fatti. Di fatto, la consapevolezza della responsabilità individuale sul tema è molto limitata.
Dalle nostre ricerche risulta che maggiore è l’età e maggiore è la convinzione di sprecare meno degli altri. In particolare la generazione più convinta della propria buona condotta è la Gen X. I casi sono due, ci viene da dire; o più cresce l’età e più si sta attenti allo spreco alimentare; oppure ci si limita a pensare di esserlo.
In generale, quando si fa riferimento alla sostenibilità ambientale nel suo significato più ampio, quasi tutti si definiscono molto attenti al tema. Quando si entra però nello specifico delle azioni quotidiane che si possono concretamente mettere in atto, si fa un po’ più di fatica: acquisti plastic free, alimentazione sostenibile, acquisti spesa di prodotti di seconda mano, spostamenti green e, per l’appunto, riduzione dello spreco alimentare. Non tutti sono ugualmente inclini l’intera gamma dei comportamenti sostenibili. Facendo un discorso generazionale, i Gen X sono più attenti agli sprechi domestici, i Gen Z sono invece più attenti ai trasporti, prediligendo spostamenti green.
Come si comportano le aziende?
“Pensi che le aziende si stiano impegnando per la sostenibilità?”
Il giudizio è decisamente insufficiente secondo tutti i cluster generazionali, che concordano nel dire che l’impegno non sia abbastanza.
Ma non tutto è perduto. Vi invitiamo a dare un’occhiata ad alcuni brand che hanno fatto della sostenibilità alimentare il proprio cardine.
Babaco Market
“Naturalmente fuori dall’ordinario”
Delivery antispreco, come funziona? Il brand consegna casse di frutta e verdura che non passano la “selezione all’ingresso” del mondo vegetale. A qualcuno potrebbe far pensare a un “bodyshaming” dell’ortofrutta, e non ci andrebbe nemmeno tanto lontano.
Parliamo del 14% del raccolto che non arriva ad essere immesso sul mercato in quanto non conforme allo standard estetico dei tradizionali canali di distribuzione.
Babaco si propone di dare una seconda vita a questi prodotti con piccoli difetti destinati allo spreco; lo fa attraverso delle box in abbonamento per salvare il cibo e portarlo direttamente nelle case. Nella comunicazione il brand lancia due CTA ai suoi utenti:
- Sostieni i produttori italiani
- Riduci gli sprechi
Come lo fanno?
- Consigliando all’utente ricette con prodotti che si trovano nella Babaco Box. Poiché la box contiene frutta e verdura di stagione, incentivano l’acquirente aiutandolo a definire un menù con i prodotti disponibili.
- Associandosi a volti credibili e in linea con i valori del brand. Per citarne alcuni: Wellnesswithbrina, Cucina Botanica, Marco Nuara
- Dando consigli utili per la conservazione dei prodotti e la riduzione degli sprechi.
In questo caso ad esempio, realizzando un contenuto su come conservare i prodotti in frigorifero, il brand inserisce in maniera lineare anche i prodotti della Babaco Box.
Punti sostenibilità ambientale: 🍃🍃🍃🍃🍃
Too Good To Go
“Salva il cibo, aiuta il pianeta”
In un ottica di economia circolare, si propone di salvare le eccedenze alimentari invendute. I ristoranti/bar/supermercati che decidono di aderire all’app preparano delle box con l’invenduto di fine giornata che gli utenti possono prenotare e passare a comprare ad un prezzo minore rispetto al prezzo pieno.
Il nostro occhio di social media expert non può evitare di farvi notare anche in questo caso qualche spunto dalla comunicazione di brand.
Le collaborazioni sono pensate in ottica antispreco. Per fare un esempio “ecco come conservare il basilico per tutto l’anno” con Diletta Secco. Qui non si mostra un influencer che utilizza l’app, in quanto l’obiettivo non è la CTA diretta all’utente. C’è piuttosto l’intento di valorizzare un concetto cardine del brand: il recupero del cibo che altrimenti andrebbe buttato. Come lo fanno? Associandosi ad un volto molto noto e credibile in ambito foodblogging.
Non vi stiamo a ripetere quanto sia importante selezionare con cura i volti scelti affinché vi sia allineamento con i valori del brand proprio brand.
Più credibilità = più efficacia
Punti sostenibilità ambientale: 🍃🍃🍃🍃
Verso la comunicazione sostenibile
Sempre più brand nascono e si trasformano in questo senso. La sostenibilità, in ambito food ma non solo, e l’economia green sono tematiche sempre più “calde” che inevitabilmente cambiano il modo di vivere delle persone e l’approccio che i brand rivolgono ai propri acquirenti. E la comunicazione social si trasforma di conseguenza.
In quali direzioni sta andando secondo voi l’economia sostenibile? Vi aspettiamo sui nostri social per parlarne!