Si è conclusa la nostra prima giornata al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. Numerosi sono stati i seminari che abbiamo seguito, si è parlato di live blogging, di fact-checking, di social storytelling e di citizen journalism. Certo è che il tema centrale rimane la produzione di notizie da parte dei non addetti ai lavori, degli utenti e dei cittadini.
L’industria dell’informazione può avvalersi di questa risorsa?
Come spesso accade, la virtù sta nel mezzo. La parola d’ordine è la mutua collaborazione. La potenza di fuoco dei social network deve essere unita alle skill, ai mezzi e all’esperienza delle testate giornalistiche, per garantire un’informazione che non perde il contatto con la vita quotidiana, né tantomeno con la deontologia giornalistica.
Investire sui contributi dei non-professionisti è possibile. Tramite meccaniche di incentivazione economica e crediti che premiano le notizie verificate positivamente si alimentano i contributor di valore, facendo in modo che il loro apporto si attesti su base continuativa.
Quando l’industria utilizza le notize dei cittadini, può dimenticarsi le regole base della professione?
No, naturalmente. Nicola Bruno propone questa check-list per i contenuti presi da Twitter e YouTube, ma le regole
possono essere applicate a qualsiasi contesto.
La direzione che pare di scorgere è quella di una approccio ponderato allo scenario media circostante, scevro dell’entusiasmo della prima ora, memore del retaggio giornalistico che sta alla base della professione.
Il web offre diversi strumenti per verificare la veridicità dei contenuti e si tratta di tool gratuiti alla portata di chiunque. Per esempio possiamo citare Wolfram Alpha per eseguire delle ricerche più articolate, mentre per verificare la veridicità delle immagini possiamo affidarci a TinEye o Google Immagini.
La chiave del citizen journalism è mantenere l’ownership della storia, il giornalista deve essere il manager che gestisce l’ammontare delle informazioni. L’informazione fatta dei cittadini può essere un complemento per le newsroom, ma necessita di criteri di controllo per evitare di incappare in grosse cantonate, come la ragazza gay di Damasco.